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martedì 14 agosto 2012

Fermate (se potete) questi signori del "Funduk" - Articolo pubblicato su Grandangolo online

Nella Foto da destra a sinistra Beniamino Biondi, Francesco Catalano, Alessandra Micheletti, Fabrizio Graceffa.
Fermate (se potete) questi signori del "FUNDUK"
THE TEMPTATION OF ST. TONY
no, non è possibile che questi signori che bazzicano il Funduk,  si sottraggano nella "morente cittaduzza" al controllo clientelare dell'"amicioneria" agrigentina e prendano il volo senza chiedere fondi a nessuno ma compiaciuti solamente dalla loro autarchica comunicazione.

da sin. a destra Danilo Di Gesù, Beniamino Biondi, Lia Rocco
No, davvero, questa gente progressista e ingenuamente rivoluzionaria va fermata in tempo e fatta rientrare nei cupi recinti del tran tran cittadino. Avevano iniziato alla chetichella senza manco un programma ciclostilato. Adesso invece sfoderano un programma che pochi hanno avuto il coraggio di riportare su giornali, blog e tv. E hanno ragione, perché come si fa a dare voce ad un film come "Uzak" del turco ceylan che ti ripassa la lezione di Antonioni su alienazione ed eclisse dei sentimenti. La Città ne è immune, Sagra e festa di San Calò passando per il Venerdì Santo sono il toccasana, la medicina omeopatica contro modernismi, post modernismi, restaurazioni e quisquilie varie. Il resto lo regaliamo a Damasco per confortare i ribelli al regime di Assad oppure, bene che vada, a Nuova Dehli per allietare il soggiorno ai nostri Marò. Quì ci consoliamo con Pirandelli manipolati e con "la sagra del signore della nave" ridotta ad una passerella di giochi d'infanzia e di tradizioni perdute (molte delle quali è meglio perdere). Dicevamo di questi signori del Funduk partiti alla chetichella e che invece nascondono tra le pieghe del programma le inquetudini fotografiche di Tano Siracusa, le pitture aliene di Crizzo e Vella, le tentazioni di Sant'Antonio sotto le mentite spoglie filmiche di un industriale estone con tutti i suoi problemi esistenzial-capitalistici. Chissà che direbbe Confindustria. Però, ragazzi, giunti a questo quarto appuntamento del funduk che andiamo a raccontarvi, diciamocelo francamente, la misura è colma. Nientemeno l'attrice Lia Rocco, impenitente e coriacea, rotta a tutte le Erinni pirandelliane, si è presa il lusso di rivolgere all'inclito pubblico la richiesta "la verità, vi prego, sull'amore". E nel farlo è andata a scovare i versi di Auden (più famoso per quella poesia finita nel film "Quattro Matrimoni ed un Funerale") E non contenta  si è fatta accompagnare alla chitarra da Fabrizio Graceffa docente di musica in diverse associazioni romane e dalla Soprano Alessandra Micheletti che sulle scene nazionali ha interpretato, tra l'altro, la santuzza di Cavalleria Rusticana, Floria della Tosca e "Nedda nei pagliacci" di Leoncavallo. e non ancora sodisfatta, Lia Rocco ci ha raccontato la favola di "Colapesce" che da tempi immemorabili stà lì, sotto il mare dello stretto di Messina, a sostituirsi ad una fradicia colonna che sorregge la Trinacria. L'insinuazione è grave detta nella metafora dei tempi che attraversiamo. Cosa vuol dirci Lia Rocco, che colapesce ha il posto fisso? Che non è un precario o forse voleva additarcelo come un eroe dell'"Autonomia Siciliana"?
Buttanissima è l'autonomia siciliana- avvertiva qualche giorno fa sul "Foglio" Pietrangelo Buttafuoco in una lettera indirizzata a Berlusconi e lo invitava a candidarsi come governatore siculo. Caro e dolcissimo cavaliere, la Sicilia è persa, non c'è più lo zingaro, bellolampo, le smaglianti fetenzie Palermitane, non c'è più Ingroia andato a combattere la vera Mafia in Guatemala. Qui "li squagliacquazzina" di Sicilia non riescono ad essere più mafia, perché, caro Cavaliere, anche l'onorata società non è più quella di una volta". E allora ditemi se con questa temperie siciliana siano tollerabili le insinuazioni di Lia Rocco. Per questo, fondatissime sono le perplessità di quanti non pubblicano i comunicati stampa del Funduk ( Ad eccezione di Grandangolo e lavalledei templi.net)  ed è giusto che sia così perché questi del Funduk non pagano e non si fanno pagare (che è il massimo delle minchionerie), sfoggiano la loro comunicazione in maniera gratuita e vogliono rischiare le critiche fino in fondo. Solo alla fine della serata chiedono una libera offerta per i tiepidi panini offerti da un forno li vicino. Un'offerta disarmante, come si vede, per non farsi sorprendere dall'accusa Pasoliniana che nel film "Uccellacci e Uccellini" definiva "dentisti-dentisti" i partecipanti a convegni che finivano ineluttabilmente con "una mangiata". Anche il Centro Pasolini ha voluto evitare questa accusa e si è aggregata al Funduk pagando viaggio e alloggio a Goffredo Fofi che il 23 Agosto presenterà i film del grande Vittorio De Seta, quello di "Banditi a Orgosolo". Ma le chicche cinematografiche non sono finite, oltre a quella delle "tentazione di san Tony" del lituano ounpuu proiettato il 2 Agosto in prima visione e di cui ha già scritto Beniamino Biondi con il tono adeguato di chi ha pubblicato una decina di libri sul Cinema: c'è da essere sinceri a costo di apparire maligni, ma siamo del parere che un solo fotogramma di un  film come " The Temptations of St. Tony " valga tutto il minimalismo ipocrita del Cinema italiano degli ultimi anni, molto più dello sciocco manicheismo socialdemocratico del Teologo Nanni Moretti o della calligrafia del consumatore medio del Mediocre Crialese. Il Cinema è sempre altrove. Ma Biondi andrà ben oltre il 7 settembre presentando il Film "Kinodontas" (addirittura in prima visione italiana) del greco Lanthimos il quale lavorando sulla messa in discussione del modello familiare e della figura paterna, che da simbolo rassicurante si trasforma in elemento cardine di un disegno educativo violento, costruisce una parabola  complessa ed agghiacciante sul totalitarismo. Secondo il regista l'origine è da rintracciare in una situazione di malessere di cui non esiste speranza alcuna, dove si è sovente umiliati e torturati mentalmente. Tutto ciò finisce per  spingere le persone ad afferrare una ideologia, ossia un'idea seducente che diventa pericolosa quando è innalzata a principio assoluto. E se si considera assoluto un principio o un ideale, questo perde umanità e porta al terrorismo. Kinodontas ci precipita in un universo repressivo, dominato dall'assurdo, da regole velleitarie, da una manipolazione continua, da una crudeltà sottile e perversa, da un lavaggio del cervello permanente, da una distorsione sistematica del significato delle cose. Scriveva Pier Paolo Pasolini ( e non vi diciamo dove cercatelo su internet) " Gli artisti devono fare e i critici difendere, e tutti i democratici appoggiare in una decisiva lotta dal basso - delle opere estremistiche, tali da riuscire inaccettabili anche alle più larghe vedute del nuovo potere".
Ci dispiace per lo sciovinismo, ma per adesso è solo il Funduk a farcelo ricordare.


                                                                                                                                       Diego Romeo


Foto di Tano Siracusa

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