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giovedì 20 settembre 2012

Personale di Pittura Mario Amari



Mario Amari
Personale di Pittura
21 SETTEMBRE – 11 OTTOBRE



Mario Amari  (Calamonaci, 1951),  mostra da subito un sicuro mestiere e una cultura visiva profondamente interiorizzata e meditata. I  suoi  materiali  sono  diversi  ed eterogenei, ed attinti da spazi e tempi diversi.  Nelle immagini che ci offre si gusta  tutto il suo talento di inventore, cioè di chi trova sul suo cammino  oggetti diversi, e li risignifica con l'intelletto e le mani. Non possiamo trascurare o nascondere il suo essere homo faber : il suo approccio apparentemente non intellettuale si manifesta attraverso una serie di  mascheramenti, che a prima vista ci  ingannano sullo  spessore della sua  pittura.  Amari è restauratore di dipinti, e la sua confidenza con l'impervio terreno in cui si svolge il rapporto fra supporto e colore, tra figura e sfondo è onestamente svelata quando, terminato il colore, la  pellicola pittorica si prosciuga e mostra l'umilissimo supporto di legno. Oppure quando, lavorando con ciò che trova, fa i conti con l'irregolare sostanza della realtà. Non c'è compiacimento nei bordi irregolari, non c'è trascuratezza o negligenza, ma accettazione e rappresentazione del limite delle cose.  Nelle commessure fra i legni – coperte e ostentate da un magnifico colore pieno – si intuisce una lontana parentela col pensiero e l'opera di Fontana: quello squarciava le tele nelle sue attese - ci lasciava intuire spazi interminati e tempi di là da venire; Amari racconta l'approdo di una storia: assembla pezzi e ne esalta l'incontro col colore.  Le fenditure  si coprono di luci diverse, e anziché dividere unificano  e integrano le parti verso una unità  superiore.  Ma non  è  tutto  qua.  L'effetto  di spaesamento, e la lieve vertigine che ci coglie   si alimenta del ritmo, altro materiale pregiato nelle mani dell'artista. Leggiamo sulla superficie strati diversi, oggetti enigmatici posti in ordine geometrico, cambiamenti repentini nel tono, spostamenti che il nostro occhio fatica a decifrare, se in soccorso non ci viene il senso di una armonia superiore, accordo di ritmi solo apparentemente contrastanti. Questo colore che tutto copre e tutto accorda in un insieme sinfonico restituisce alla vita oggetti dimenticati, spie di un mondo sommerso nella nostra storia, umili attrezzi di contadini: ci procura una sottile e giusta inquietudine.  Anche qua, altri maestri lasciano un'eco persistente nelle tavole che vediamo: i monocromi di Manzoni, la monumentalità  di Burri si ritrovano in queste piccole, umili tavole, opere in  cui  si  comprende  come il  seme  di  altri  maestri,  per  rivelare  la  sua  fecondità, deve  essere  tradit.Francesco Catalano

Foto di Giuseppe Greco 
 Foto di Giuseppe Greco



Francesco Siracusa (Selezione Artisti)

Con l’intervento di: Francesco Catalano


SABATO 22 SETTEMBRE ore 18:30
Spazio culturale “Il Funduk”, via Santa Maria Dei Greci, 38





















BIANCO E NERO
AL FUNDUK



FOTO DI Giuseppe Greco




 





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