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mercoledì 30 ottobre 2013

Articolo su Grandangolo di Diego Romeo: La stuprata speranza del teatro agrigentino




Ragazzi, inutile nascondercelo, andiamo benissimo. Se una tiepida serata d’ottobre ci regala un frammento di teatro sulla scena improvvisata di via Vallicaldi, questo  non fa primavera. Laggiù, al Villaggio Mosè, il Palacongressi (di proprietà regionale) è chiuso, il 50esimo congresso internazionale pirandelliano di dicembre emigra a Palermo dove ha trovata immediata accoglienza, del cartellone del Teatro Pirandello nessuna traccia, dei centri culturali un tempo foraggiatissimi dalla Regione nessuna notizia. Il volontariato affoga in un mare di difficoltà in parallelo con la Fondazione Pirandello che è stata elargita di “zero euro” regionali. Per questo ci appare una salutare beffa provocatoria  quella di Francesca Vaccaro che ieri sera in via Vallicaldi ci ha sussurrato in maniera suadente tre, quattro, cinque volte “ma perché non andate a teatro?”. Vaccaro, regista e attrice palermitana si trovava sulla scena insieme al suo partner, l’attore Mirko Grimaldi per una breve performance, una toccata e fuga di “teatro militante” che ha provocato consensi, applausi e straniamenti vari tra le cinquanta, o  poco più, di convenuti. E’ la solita minoranza silenziosa  che non si è barricata in quel dedalo di straduzze anzi le offre all’attenzione della maggioranza neghittosa e sospettosa che in quel labirinto di “Ravanusella” si fabbrichino bombe carte e rudimentali Molotov. Sospetti fondati perché pare che le ultime buche rimaste siano state causate dai lanci di prova delle Molotov e che quindi occorrerà ricoprirle prima che il sindaco ritorni dalla “Leopolda”. La “rivoluzione” (come l’ha definita giustamente Enzo Campo)  di via Vallicaldi e Cannameli va sorbita e offerta con cautela alle rampantine e ai rampantini democratici tutti indaffarati nell’anonimato di facebook  e alla ricerca di un potere sfuggente che sta sempre più altrove. Hanno fatto benissimo quindi la Vaccaro e Grimaldi  con il loro blitz agrigentino, una scorreria  di cui la Vaccaro è recidiva con la sua fissazione del “teatro militante”, un teatro ci dice Francesca d'avanguardia che usa la strada e ciò che è presente in essa. Qualsiasi luogo diventa palcoscenico e, come per magia, diviene perfetto. Ma il sogno è anche quello di creare un laboratorio teatrale che dia vita e sfogo all'espressività ed al talento ed allora sarà vera "Politica". Perdonate la citazione ma è proprio quello che si scriveva su Grandangolo qualche settimana fa  riferendo di un’altra performance, quella di Salvatore Nocera e Sandro Sciarratta. Quella Vaccaro recidiva  e reduce dalla regia di “Pentesilea, stuprata speranza”, che apre le porte del suo laboratorio ai passanti e ai viandanti ci suggerisce l’idea che “piccole Emma Dante” crescono in Sicilia  e “Vaccaro-Pentesilea”  qui ad Agrigento in tutta sicurezza potrà togliersi l’armatura  cui era costretta l’ex-regina delle Amazzoni condannata dagli dei a indossarla per evitare di essere stuprata da tutti gli uomini che incontrava.  Ma “Vallicaldi e Cannameli” riusciranno a entrare nel mito

Diego Romeo

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