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mercoledì 30 ottobre 2013

Articolo di Diego Romeo: Vie Cannameli e Vallicaldi, il rude salotto di Agrigento

Mai viste via Vallicaldi e via Cannameli così linde e pulite.


Adesso ci vorrebbe un provvidenziale acquazzone che spazzi via la polvere residua per poterle definire un “rude salotto”. Pensate un pò cosa diventerebbe il centro storico se ci fossero altre associazioni che si intestassero altri luoghi defraudati  di una idea di città. Gli agrigentini ne hanno preso atto ieri sera durante il solito “venerdì-incontro” con le associazioni Lab-Mura, Artificio e Non SoStare che con capillare tenacia hanno dato vita al progetto denominato “La bellezza delle lacrime a pagamento” che sono tornate ad organizzare nuovi eventi, al fine l'hanno sempre proclamato di coinvolgere gli agrigentini, giovani e non, nella riscoperta del cuore antico della vecchia Girgenti, tra arte, musica e cultura. Nel piccolo “palchetto” allestito dai numerosi volontari che si sono prodigati nel recupero dell'area di via Vallicaldi, si sono esibiti il duo Sandro Sciarratta e Salvatore Nocera, ed il cantautore empedoclino Dan Gagliano. I primi con lo spettacolo “Il tempo di un bicchiere: la carne sigillata”, mentre  il giovane Gagliano, ha proposto alcuni brani del suo vasto repertorio. Fino alla mezzanotte è stato  possibile visitare e conoscere la storia del quartiere, accompagnati da Marco Falzone e Pietro Fattori, visitare la “Cannameli Gallery”, le varie installazioni e partecipare all’inaugurazione della nuova mostra fotografica di Mario Donato dal titolo “La stagione di mezzo” presso la sede dell’associazione culturale LabMura. Un avvertimento per i visitatori: Attenti, nella visita,  a non superare la mezzanotte perché poi c’è il rischio, come nel film “Gremlyns” di Joe Dante, di diventare mostri se nutriti e lavati, appunto, dopo la mezzanotte. Un avvertimento che non troverete né su face book né su twitter, e neanche sotto forma anonima, ve lo diciamo noi e vi preghiamo di crederci, sotto firmando a nome di quei buontemponi che si sono messi in testa “a prezzo di tanti sacrifici di  recuperare, pezzo dopo pezzo, un angolo del centro storico cittadino. La gente lo ha capito e continuano a dire gli illusi postmoderni di non intravede miseri secondi fini e oramai ci sostiene apertamente. Per Agrigento c'è ancora speranza: lo stanno dimostrando questi giovani volontari, i tanti visitatori (anche stranieri), gli impensabili risultati ottenuti”
Forse senza pensarci troppo questi buontemponi hanno messo in atto  una nuova esigenza narrativa della nostra città. Della sua storia, della prossima frontiera che ci attende e cioè l'abbandono dello studio televisivo per i luoghi pubblici. Il carcere, la scuola, la piazza. Per eliminare definitivamente il muro tra palco e spettatore (e ieri sera  Totò Nocera con il  suo “il tempo di un bicchiere” ce ne ha offerto una piccola indicazione). E spiace ancora sottolineare come il rischio emarginazione e settarismo (fotografico, pittorico e forse altro ancora) sia  tuttora da eliminare  Intanto, dicono che l'arte sia altrove, “nelle serie tv americane". Le icone con il loro eterno valore simbolico non esistono più. Viviamo nella società delle immagini mobili e fugaci. Le immagini scorrono sempre più veloci tra videofonini e Rete. Per questo non sono destinate a permanere, come le foto su fb in sostituzione continua e sconfitte anche dagli anonimi incursori. E porta milioni di persone a vivere con tanta ossessione il rapporto con il reale  senza forse avvertire che, con la stessa velocità delle immagini, passano anche loro. Occorre costruire qualcosa di più solido. Nel quartiere “Ravanusella” ci stanno provando e per il  tredici novembre vi riferiamo una bella notizia: ci sarà  il grande Silvio Benedetto, pittore e famoso regista del “teatro in appartamento” che ha accettato di affrescare Vallicaldi-Cannameli probabilmente come il suo “giardino dantesco” di Campobello di Licata, insieme ad una artista cilena con uno spettacolo concertato con lo “zufolo di Pan”. Come gli “Inti Illimani”
Diego Romeo

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