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mercoledì 31 ottobre 2012

RIFLESSIONI SU APPRODI AL FUNDUK di Tano Siracusa



Tano Siracusa e Beniamino Biondi
Il successo  dell'estate al Funduk ha di sicuro molte spiegazioni, anche quella di un certo trascinamento inerziale di pubblico dovuto a una  dinamica di 'tendenza'.
Provo a riflettere brevemente  su una spiegazione che può forse apparire paradossale, e cioè il contesto di crisi  del nostro centro storico.

Foto di Tano Siracusa
La chiusura della Cattedrale, i  crolli, i progetti di Terravecchia e Ravanusella, e adesso via Atenea  desertificata dall'apertura del centro commerciale di Villa Seta: sono tutti  capitoli recenti di un processo di progresivo scivolamento  verso la periferia del centro medievale di Agrigento,  cioè di un intero blocco della storia e della memoria collettiva della città, ancora fino a mezzo secolo fa  centro vivo  di poche periferie. L'avvento della modernità ha svuotato il centro di abitanti, di funzioni, di economia, mentre ha smisuratamente dilatato le periferie dove abitanti, funzioni ed economia si sono ricollocati in modi disarmonici, irrazionali, dispersivi.
Foto di Tano Siracusa
L'esperienza del Funduk incrocia un momento in cui questo processo sembra stia per raggiungere un punto critico,  di non ritorno, ed è stata percepita e vissuta  come un estrema volontà di resistenza e di opposizione a quel processo.  Il luogo d'altra parte, incistato nel cuore del vecchio tessuto urbano, risulta esemplarmente  connotato dal segno di una alterità radicale rispetto alla città moderna. Questa potrebbe essere una delle ragioni del successo, il segno che una minoranza di agrigentini ha maturato una posizione assai critica nei confronti di una modernità che nei confronti del passato si è posta  in termini non di mediazione ma di astratta, antistorica cancellazione.
C'è da chiedersi poi se il successo dell'estate al Funduk non esprima soltanto una alterità di testimonianza, a futura memoria. Se non riesca cioè anche ad indicare una direzione, a suggerire un modello di nuovo uso del centro storico.
Che di sicuro non può essere quello del ripristino  di una centralità residenziale ed  economica oggi inimmaginabile.
L'esperienza del Funduk suggerisce che  non si tratta di invertire il processo che rovescia il centro in periferia, ma di promuovere negli spazi della città medievale nuove  centralità, anzitutto quella  dell'offerta culturale, di un'offerta di tempo libero orientata al consumo di beni immateriali, allo scambio culturale, alla comunicazione.
Se il centro viene  identificato con gli esercizi commerciali e  con i luoghi di offerta dei beni di consumo materiali, il destino di via Atenea è già segnato e non sarà diverso da quello che è toccato all'intero tessuto economico del centro storico. Ma così è segnato anche il destino della città come città turistica. Se invece il centro storico diventa lo spazio di una disseminazione di esperienze come quella del Funduk, può forse tornare ad avere una  funzione e una nuova centralità.
Naturalmente una prospettiva di questo tipo richiederebbe un concorso di soggetti politici, istituzionali e sociali di cui oggi non esiste traccia. Ma l'assenza  di sponde istituzionali e di sponsor privati non ha impedito il successo delle nostre serate durante le quali  abbiamo costituito  un 'tesoretto' di esperienza e di pubblico che non dobbiamo disperdere.  

1 commento:

  1. Una bella analisi la tua Tano, ed un altro modo forse anche progressivo di intendere il centro storico, che potrebbe essere colto dai centri storici di altre parti d'Italia come del mondo. Le vecchie "funzioni" del centro storico possono essere riconvertite in altre che non abbiano però il carattere di contrasto di quel significato di eventi che hanno portato il nostro centro storico ad essere il centro della vita della città. Sono portato per natura a resistere, ad oppormi alle ingiustizie che vengono perpetrate. Questa del centro storico di Agrigento è quella che più mi intristisce. Nei confronti del quale forse anche in una forma non perfettamente conscia, ho con estrema importanza partecipato. Sopportando un po' di sacrifici pur di tenere quelle posizioni che ritengo siano estremamente fondamentali mantenere. Il Funduk come nuovo modello del centro storico? Se ciò avvenisse sarei l'agrigentino più contento di questo mondo! Mi ci sono sposato a Santa Maria dei Greci... E non a caso.

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